lunedì 17 marzo 2014

Una mano sinistra

Se ne sta lì, taciturna ma guardinga, la mia mano sinistra.
E' proprio una mano come le altre, con tutte e cinque le dita - non troppo lunghe - le nocche, il dorso, il palmo e tutto il resto; le unghie fanno pessima mostra di se con quel loro bordino bianco che mi ostino a non mangiucchiare e mi pare un gran traguardo quando raggiunge i due-tre millimetri di lunghezza, poi però mi crogiolo su questa soddisfazione e ricomincio a rosicchiarlo, dai bordi, con cura e metodo.
L'unghia del dito medio cresce più in fretta delle altre.
L'unghia del pollice è quella sulla quale ho più aspettativa perché, quando arriva ad una data lunghezza, palesa una lieve ondulatura sulla sua superficie - ondulatura che ha pure mio padre, e questo è un carattere di appartenenza alla mia famiglia, tuttavia non riesco mai a farla crescere a sufficienza; l'ultima volta che l'ho vista, l'ondulatura, avevo dieci anni o poco più.
Il dorso della mano è solcato da belle vene che quando si gonfiano hanno tonalità verdacee e conferiscono alla mano un aspetto snello, sano e muscoloso; qualche peletto sulle prime falangi di ogni dito regala infine un'aria adulta per sfatare l'aspetto un poco fanciullesco dettato forse dai polpastrelli arrotondati a causa del problema di onicofagia di cui prima.
La mia mano sinistra un tempo vantava grosse imprese e glorie, dal momento che da bambino ero completamente ambidestro e quindi non risentiva minimamente della superiorità della sua gemella destra: era in grado di scrivere e colorare al suo pari e godeva quindi di grande considerazione da parte di tutti. Tuttavia crescendo ha ricoperto ruoli sempre più marginali fino ad essere riservata a mansioni satelliti e di contorno (un momento di gloria è stato quando ho avuto il braccio destro rotto e, dovendo portare il gesso per più di un mese, la mano sinistra ha acquistato improvvisamente importanza e funzionalità).
Ad oggi cerco di mantenerla attiva affidandole , di tanto in tanto, compiti rilevanti quali il lavaggio dei denti, l'uso della forchetta, la composizione di messaggi con il telefono e il bidè, tutte attività che richiedono abilità medio-alte.
La mia mano sinistra vive e qualche volta non ne ho il completo controllo o pure non ne ho la più completa percezione tanto che, al mio stimolo cerebrale dei muscoli che la muovono, essa si rifiuta di muoversi e se ne sta come un grosso insetto inerte, godendo di quella sua breve e fugace indipendenza.
La mia mano sinistra è stata in molto posti e, sebbene non ottemperi a compiti importanti quanto quelli della destra, non gli nego la più grande delle soddisfazioni che con la destra condivide, il toccare. L'appagamento che il tatto della mia mano sinistra mi da non è paragonabile a quello della destra perché quest'ultima, dato il suo maggior uso ha sviluppato una sensibilità superiore; il tatto della sinistra dunque mi offre un diverso spettro di sensibilità al quale corrisponde un corredo di sensazioni del tutto diverso. E questo lo riscontro continuamente dal momento che sono un ossessivo compulsivo e tocco qualsiasi cosa. 
Non tutto ciò che è stato toccato dalla mia mano sinistra può essergli risultato piacevole, ma sono sicuro che potrebbe dire il contrario con altrettante e superiori esperienze tattili che, appunto, ha alquanto apprezzato.
La mia mano sinistra svolge comunque un nobile compito che la destra non potrebbe affatto, è incaricata infatti di diteggiare le note sulla tastiera del violino mentre alla gemella resta il compito - meno nobile e più routinario - di tenere l'archetto.
Per mostrare questa superiorità artistica, la mano sinistra indossa un piccolo anello in argento che - contrariamente a quanto si pensi - non sottostà a nessuna causa sentimentale del cuore, e viene infilato alternativamente nel pollice o nell'indice.
Durante le pratiche violinistiche l'anello viene rimosso o, in taluni casi, assegnato temporaneamente ad un dito della mano destra che lo porta però senza abituarcisi troppo.
La mia mano sinistra vanta inoltre il vantaggio di non aver subito grossi traumi o qualsivoglia lesione in virtù del fatto che viene appunto usata meno, di conseguenza è meno esposta a incidenti di questo tipo quali invece incombono frequentemente sulla destra. Si conta comunque qualche sparuta ustione da forno.
La mia mano sinistra.


Marcello D'Onofrio







1 commento:

  1. W W la tua mano sinistra! Merita quasi di essere stretta dalla mia destra che... dirige l' orchestra!

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